Siamo esseri non macchine, nonostante la continua evoluzione tecnologica la nostra essenza resta, rimane ben salda. Non viviamo solo di pensiero razionale ma siamo anche EMOZIONI.
Il sistema nervoso è quella parte complessa studiata dalle neuroscienze per comprenderne le sue potenzialità e risorse.
Siamo esseri dotati di memoria razionale, quella che ci fa ricordare le tabelline, l’apprendimento, ma siamo fatti anche di emozioni. Un bagaglio importante troppe volte sottovalutato ma le emozioni restano fondamentali nelle nostre scelte, come dice Darwin, ci guidano per la nostra sopravvivenza.
L’intelligenza emotiva, è quella che ci mette in relazione con l’altro, in empatia per comprendere i suoi sentimenti.
Una memoria poco considerata dalla società forse perché si crede che non influisca sulla produttività.
Ma è una memoria intensa, è incancellabile e selettiva ricorda particolari carichi di significato.
La maturazione delle due memorie: razionale ed emotiva hanno tempi diversi. Quella razionale è più lenta mentre quella emozionale matura nei primi anni di vita.
Un vissuto negativo vissuto nei primi anni di vita, nell’infanzia non può essere ricordato razionalmente, però può lasciare quelle tracce indelebili e condizionare i comportamenti in età adulta.
Da questo ci si rende conto quanto sia importante nutrire di sentimento la memoria emotiva, prendersi cura delle emozioni dei bambini perché questa non scorderà l’amore ricevuto nemmeno nei momenti difficili.
“quando ti viene data la possibilità di scegliere se avere ragione o essere gentile scegli di essere gentile” cit Dr.Wayne W. Dyer.
Cosa vuol dire insegnare la gentilezza ad un bambino?
Se leggiamo dal dizionario il significato della parola è un insieme di azioni, atti, espressioni, gesti fatti con garbo, rispetto e cortesia.
Sono una serie di comportamenti che ci mettono in connessione con l’altra persona sulla base delle nostre emozioni .
Dare questo imprinting nelle menti dei bambini sin dai primi giorni permetterà loro di essere dei ragazzi, adolescenti ed adulti rispettosi.
Credo sia davvero possibile poter credere che la gentilezza sia la miglior arma contro l’ostilità, l’esclusione, partendo sin dalla prima infanzia.
I bambini restituiscono al mondo ciò che hanno vissuto nella loro vita.
Ciò non vuol dire non avere problemi, difficoltà, etc. bensì come si affrontano questi momenti.
Non vuol dire non arrabbiarsi mai, no anche la rabbia è un emozione che va sperimentata e gestita.
Però con i bambini poniamo attenzione alle parole che utilizziamo, come ci rapportiamo con loro.
I piccoli iniziano il loro percorso personale di crescita sia fisica, morale , emotiva e psicologica. Ogni tassello che poniamo sul loro cammino diventa importante, perché confluisce nella loro memoria emotiva/affettiva. Che li condizionerà nelle loro scelte, emozioni, decisioni future.
Sta a noi adulti scegliere come educare i nostri figli, nonostante le difficoltà quotidiane che ci mettono a confronto con le sempre nuove sfide.
Insegnare a mettere la gentilezza davanti a tutto gli servirà per creare il loro posto nel mondo per oltrepassare i momenti difficili sviluppando la resilienza nel superare le sfortune della vita.
Ma come fare?
Sin dal grembo materno il primo canale di comunicazione è la pelle, attraverso il senso del tatto, il primo a formarsi, si comunica con il proprio bambino. Dalla nascita abbracciarlo, accarezzarlo, massaggiarlo equivale a nutrirlo d’amore. Essenziale per un imprinting positivo nella sua memoria emotiva.
Una comunicazione che viene dimenticata, a volte sminuita.
Basti pensare quanti adulti che hanno difficoltà al con-tatto, un abbraccio di un amico può mettere in imbarazzo, coppie che si sfaciano per la mancanza di empatia, di contatto fisico, fatto di coccole e abbracci, non parlo di atto sessuale.
Mantenere vivo questo senso, quello del tatto, è fondamentale per tutta la vita. La pelle ricopre tutto il nostro corpo, mette in contatto il nostro mondo interiore con il mondo esteriore. Il massaggio diventa il mezzo con cui mantenere viva questa comunicazione, lascia che le tue mani siano guidate dal tuo cuore, una comunicazione non verbale, dai potenti effetti sia per chi riceve e chi dona.
Quello che insegno alle mamme sin dai primi mesi di vita del proprio piccolo, è il massaggio neonatale basato sulla filosofia ayurvedica, dal 3 mese inserisco il massaggio infantile, una “tecnica” caratterizzata da qualche passaggio in più.
Queste semplici conoscenze, del tatto, come e quando massaggiare il proprio piccolo, diventano un rituale essenziale per accompagnare nel corso degli anni verso la vita da adulto il proprio figlio.
I benefici del massaggio sono innumerevoli come già scritto in molti articoli è anche riconosciuto dalla scienza medica.
Se desideri conoscere queste metodiche per accompagnare nella crescita il tuo bambino, contattami ora
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Michela