Edward Tronick ricercatore e insegnante neuro –comportamentale e dello sviluppo emotivo sociale è famoso nell’ambito della ricerca sulla regolazione emotiva.
Negli anni ’70 mise a punto il paradigma sperimentale dello STILL FACE.
COSA VUOLE DIMOSTRARE ATTRAVERSO L’UTILIZZO DELLO STILL FACE?
Tramite l’utilizzo di una videocamera riprendeva e analizzava i momenti d’interazione, cercando di cogliere non solo la comunicazione verbale, bensì anche quanto veniva comunicato attraverso il gioco, le gesta, le espressioni. Per vedere il video clicca sul link >>>goo.gl/hSxpYr
Voleva comprendere il funzionamento dello sviluppo della personalità umana.
Comprese che lo scambio avveniva sin dai primi giorni di vita del neonato.
Il neonato è attivo durante le interazioni ed è co-responsabile del tono affettivo della comunicazione.
Il video dimostra l’interazione madre-bambino dove in un primo momento la madre è partecipe cognitivamente ed affettivamente, mentre in un secondo momento il suo volto rimane improvvisamente immobile, inespressivo impedendo così la comunicazione con il proprio piccolo.
L’obiettivo della ricerca era capire come e cosa mette in atto un bambino per riconquistare lo sguardo, lo scambio emotivo con la propria mamma.
Il bambino cerca di tornare li dove la comunicazione è stata interrotta, i meccanismi di autoconsolazione non sufficienti per compensare la frustrazione vengono seguiti subito da tentativi di “recuperare” la regolazione emotiva con la propria mamma.
Se nella vita di tutti i giorni, ai bambini manca questo tipo di relazione, è bene sapere non impiegheranno una vita nel recuperare lo sguardo della propria mamma, cercheranno di riparare il misunderstanding, l’incomprensione nella comunicazione.
Qualora il bambino riuscisse a riparare la relazione riuscirà anche a investire in essa, in caso contrario il rischio è un ritiro di sé.
LE ESPERIENZE EMOTIVE PRECOCI SONO LA PALESTRA PER SVILUPPARE L’EMPATIA, IMPARARE A FIDARSI DELL’ALTRO.
Gli psicologi dello sviluppo hanno scoperto che i bambini molto piccoli provano sentimenti di sofferenza empatica prima di rendersene pienamente conto della propria esistenza come entità separata dalle altre.
Anche a pochi mesi dalla nascita i bambini reagiscono ai turbamenti altrui come un turbamento proprio, ad esempio piangendo alla vista delle lacrime di un altro bambino. (quando si dice piange un bambino di un gruppo poi piangono tutti).
Anche lo psichiatra che lavorava alla facoltà di medicina della Cornell University, Daniel Stern, rimase affascinato dai piccoli ripetuti scambi che hanno luogo tra genitori e figli.
E crede, che siano questi MOMENTI I FONDAMENTI DELLA VITA EMOTIVA.
Sostiene che i momenti di sintonizzazione e desintonizzazione fra genitori e figli plasmino le aspettative emotive che gli adulti immettono nel rapporto.
I piccoli gesti, di un genitore, finalizzati ad entrare in sintonia con il proprio bambino; come rispondere ad un gridolino, piuttosto che allo scuotere di un sonaglino, danno al piccolo la sensazione rassicurante di essere emotivamente collegato con la propria mamma o il proprio papà.
LA SINTONIZZAZIONE È MOLTO DIVERSA DALL’IMITAZIONE.
La sintonizzazione comunica quello che percepisci, le sue emozioni e sensazioni. Solo così il bambino sa di essere compreso.
L’assenza di sintonia avuta nell’infanzia, si ripercuote nell’arco di tutta la vita.
A volte comprendere il linguaggio segreto del bambino, fatto di gesti, sguardi, pianto, può essere difficile e in alcuni casi frustrante se non si riesce a calmare o consolare il proprio piccolo.
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A presto,
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