Perchè il mio bambino piange?

By | 1 Gennaio 2018

Il pianto è uno dei modi di comunicare del bambino, fa parte del suo dialogo e può essere un pianto per un bisogno fisico o emotivo.

Il pianto nel neonato è un evento che attiva in molti genitori preoccupazione, si cerca di placarlo, di interrompere subito questo stato d’animo con “manovre”consolatorie perché si crede che possa dar fastidio ai presenti.

Il pianto del neonato è una vera e propria comunicazione, il pianto è una richiesta d’aiuto.

Provare ad ascoltarlo può rivelarti tutte le sue caratteristiche di vera comunicazione evoluta.

Una sorta di codice con chiari significati relazionali, che solo il tempo renderà più comprensibile.

Può avere il pianto:

– per la fame, per il dolore come le coliche, la luce forte

– per la rabbia di non essere capito, paura, mortificazione, noia (piange a intermittenza), per sfogarsi e per scaricare le tensioni.

Per il tuo bambino sono emozioni da sperimentare, imparare a conoscerle, esprimere, mentre per te possono essere non facili da gestire, perché richiedono una presenza empatica, rassicurante, svolta con naturalezza e piacere.

Nel caso in cui il bambino non riesce ad autoconsolarsi, calmarsi da solo, ti chiedi come fare per aiutarlo in questo momento di sconforto.

Prendilo il braccio, come consiglia Bowlby (psicologo e psicoanalsita):

“Essere disponibili, rispondere al pianto perché l’unica certezza del neonato/bambino è la mamma.

Non imporre il distacco troppo violento per paura di viziarlo. E’ una paura, o meglio un luogo comune diffusissimo che sarebbe più corretto collocare verso bambini più grandi a cui non si è capaci di dire di no”.

Per il neonato il pianto è un bisogno, è importante in questi momenti che si senta accolto. Abbracciarlo, coccolarlo, è un dono d’amore necessario per lo sviluppo e la crescita che non ha nulla a che vedere con il “viziare”.

Le lacrime, il pianto, esprimono le sue emozioni che vengono portate fuori, eliminando dall’organismo i prodotti chimici endogeni (prodotti all’interno del corpo) responsabili dello stress.

Se piange e i suoi occhi non lacrimano, non sta facendo i capricci, può anche piangere senza lacrime, perché il dotto lacrimale è immaturo e le prime lacrime posso apparire solo dopo qualche settimana, in alcuni bambini si presentano unicamente verso il 3 – 4 mese di vita.

Durante il massaggio può capitare che il tuo bambino si metta a piangere, cerca di capire cosa ti sta dicendo, per cui è importante fermarsi, non massaggiarlo, e accogliere il suo pianto.

Imparare a leggere i suoi segnali, conoscere le ZONE del tuo bambino ti permetterà di rispondere con serenità alle sue richieste di aiuto.

Durante gli incontri di massaggio infantile spiego alle mamme quali sono i segnali e quali sono le 3 ZONE del loro piccolo, queste conoscenze unite alla “tecnica” del massaggio ti permetteranno e faciliteranno la comprensione del pianto del tuo bambino migliorando le tue cure nei momenti di crisi.

Contattami per maggiori informazioni compilando il modulo di contatto  oppure puoi chiamarmi allo 079 890 89 88.

A presto,

Michela

 

 

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